Fuga di dati negli USA

Negli scorsi giorni, è avvenuta una fuga di informazioni sul recente attacco allo Yemen da parte degli Stati Uniti. Quello che però colpisce di più della vicenda è il modus operandi degli enti governativi, il quale ha permesso il trafugamento di informazioni sensibili.
Nel dettaglio, un giornalista del “The Atlantic” è stato per sbaglio aggiunto ad un chat signal in cui venivano date direttive e informazioni sull’operazione. I partecipanti non si sono accorti dell’intruso fino a che la notizia non è stata ufficialmente pubblicata.
Questo ha suscitato in noi, e probabilmente in buona parte di chi ha seguito la vicenda, parecchi interrogativi.
Il primo tra questi è stato ovviamente come gli Stati Uniti abbiano potuto commettere un errore così semplice e grossolano, e come questo abbia suscitato un estremo sentimento di responsabilità verso i gestori di questa chat, insieme ai suoi partecipanti: sembra quasi che l’intera operazione sia stata condotta come un’uscita tra adolescenti. Oltre ciò, possiamo vedere come un passo falso ha portato ad un completo scandalo, il quale somiglia a quello che spesso troviamo sui social: opinioni e informazioni che riemergono o che sbucano dal nulla, mostrando il lato privato delle persone. La gestione dei nostri dati riservati da parte delle grandi corporazioni può fallire, e non è raro come sembra.
Ricordiamo che nulla di ciò che mettiamo sul internet è veramente privato, specie quando se ne fa uso passivo. Le prestazioni informatiche di cui usufruiamo sono offerte gratuitamente solo in apparenza. Attraverso il consenso a “termini e condizioni di servizio”, che solo poche persone si sforzano davvero di leggere, corporazioni come Google raccolgono i nostri dati durante l’utilizzo del servizio, e tra questi troviamo dati sensibili come il nostro indirizzo IP, la rete su cui operiamo e, facoltativamente, la nostra posizione.
Non è il caso però di signal, che è una piattaforma appositamente creata per garantire la massima sicurezza, infatti in tale situazione c’è stato un errore da parte di chi gestiva la chat. Dopotutto il pericolo più grande per le nostre informazioni potremmo essere noi stessi, e chi ci circonda.
Creare contenuti online che mostrano chi siamo è la forma di esposizione più grande che ci sia, e non c’è modo di tornare indietro. Puoi eliminare il post, puoi cacciare il giornalista, ma ciò che il mondo ha visto rimarrà sempre impresso nelle menti di tutti, in questo caso ci ha aperto gli occhi sul governo che ci dobbiamo aspettare dagli Stati Uniti.
Simone Russo, Leonardo Salerno