La realtà virtuale può sostituire l’esperienza reale?

Articolo di Linda Barbieri e Andrea Cavalli
Un laboratorio di biologia diverso dal solito: grazie alla realtà virtuale, gli studenti hanno potuto immergersi in un’esperienza interattiva, dove ogni esperimento era a portata di visore. Dopo aver configurato l’area di movimento, il software guidava i partecipanti passo dopo passo attraverso un tutorial sui comandi. Gli strumenti virtuali permettevano di eseguire misurazioni, manipolare sostanze (anche pericolose) e sperimentare senza il rischio di errori irrimediabili o sprechi di materiali. Ogni attività è controllata da un computer, alla fine si risponde a delle domande per verificare la comprensione dei risultati. Racconta uno studente: "È stato divertente e utile, perché si possono provare esperimenti che nella realtà sarebbero costosi o complessi". Oltre alla biologia, questo tipo di tecnologia si applica anche ad altri settori, come la medicina, ad esempio permettendo di sezionare organi senza bisogno di cadaveri, o l’arte con viaggi virtuali nei musei. Nonostante l'uso prolungato del visore potrebbe essere fastidioso e i costi elevati, la realtà virtuale potrebbe diventare uno strumento fondamentale per l’apprendimento del futuro. Sebbene nulla possa sostituire del tutto il laboratorio reale e lo spirito di collaborazione che ne deriva, questa tecnologia apre nuove possibilità di esplorazione e scoperta. Tutti i partecipanti hanno dichiarato che ripeterebbero volentieri l’esperienza